giovedì 26 ottobre 2017

Californication #2

La Highway 1 è sicuramente una delle strade panoramiche più famose del mondo. E' l'ovvio percorso che abbiamo scelto per raggiungere il profondo sud degli Stati Uniti partendo da San Francisco e raggiungendo prima Los Angeles, fermandoci a Morro Bay e dormendo a Monterey. La strada copre una grandissima parte della costa californiana, e dire che i paesaggi lasciano a bocca aperta, forse è un po' riduttivo. 
In Italia, sono abituato a pensare che un lembo di costa favorevole allo sfruttamento turistico, è sicuramente turisticamente sfruttato. Tante spiagge in Italia sono date in concessione a personaggi che da trent'anni o più gestiscono il loro fazzoletto, senza mai cambiare un angolo del loro baretto, senza mai far nulla di più che alzare i prezzi degli ombrelloni, o lasciare lo stesso prezzo ma continuare ad avvicinarli ogni anno (fatiscenti economie di scala).
La A-1 si estende per chilometri e chilometri, ma molti di questi risultano o totalmente incontaminati, ma dal paesaggio bellissimo, o usati per coltivare, proprio lungo la costa, semplici zucche!
Da qualche mese, purtroppo, la strada è interrotta ad un certo punto, a causa di una frana che ha sostanzialmente fatto crollare un ponte. Ciò non ci ha di certo resi contenti, né ci ha evitato di dover riprogrammare il percorso. Certo, poteva succedere molto di peggio.

Tipo prendere fuoco come è successo a qualcosa di sicuramente grande, poco distante da noi...


Particolari della spiaggia di Morro Bay, riparata da una rete, assolutamente priva di alcun tipo di intervento umano.
Unici presenti: surfers e cani.
 Avvicindandoci a Los Angeles, mi rendevo conto di quanto grande potesse essere, solo dal traffico che ci accoglieva alle sue porte. Direi forse una delle cose più negative e fastidiose di tutto il viaggio. Attorno alle città, il traffico, è perenne, e lento. Certo, il clima non è quello del GRA romano, ma trovarsi lì in mezzo non è di certo simpatico, comunque!
Se oltre al traffico, aggiungiamo pure qualche "italiano" che gira con il Corvette, capotta abbassata, impianto da zingaro con i bassi a palla e musica abbinata al personaggio, beh, diventa ancora più snervante. Nei pressi delle città, nonostante le 3-5 corsie per senso di marcia, che comunque mi permetto di pensare non siano comunque sufficienti, esiste per alcuni tratti anche una corsia speciale chiamata Car Pool Lane, utilizzabile, a seconda dei casi, da chi circola in auto con 2 o 3 persone all'interno. Anche qui, qualche "italiano" c'è sempre (che la usa anche se viaggia da solo), nonostante i cartelli ricordino sovente che le multine, se ti beccano, partono dai 2-300 $ in su.
Rotolando verso sud, ci siamo fermati a dormire nei pressi di Monterey, cittadina a carattere altamente turistico, che ci ha dato da mangiare e soprattutto da bere. Un centro molto ordinato permetteva di scegliere tra diversi tipi di locale per mangiare, bere o ascoltare musica. Sembrava un centro abbastanza piccolo, faccio fatica a credere che richiami 4 milioni di turisti all'anno!
Il giorno dopo, sempre dopo tanta strada, abbiamo raggiunto Los Angeles, fermandoci a visitare dapprima Malibù Beach, questa sconosciuta. Ovviamente qualcuno potrebbe obiettare la scelta...ma in quel momento ci andava così, fine. Malibù era molto famosa negli anni '80...se ne parlava come una spiaggia da signori, la si sentiva nominare tra nomi di cocktail o vacanze da ricconi...beh, probabilmente le sue ragioni ci saranno, ma in tutto ciò la struttura del luogo è abbastanza strana, e forse è la cosa meno turistica che abbia visto in tutto il viaggio.
Tramonto su Malibù Beach

Abitazioni costruite sulla spiaggia di Malibù

Alcuni proprietari locali passeggiano sul lungomare con bottiglie di birra al seguito
Di Los Angeles non ho tanto da raccontare, perché da una parte, le guide ne parlano a sufficienza. L'essere inflazionata, certo ne fa parlare alla gente, per cui ascoltate pure ciò che vi racconta chi ci va. Non fanno certo per me strade con impronte di mani cementate, ville di ricchi o presunti tali, locali laminati oltremodo. Mi sono accontentato di una vasca a Beverly Hills, Bel Air e sul Sunset Boulevard, a guardare le fichette platinate che scendevano dalle fiammanti Musclecars.
Una rapida cena nei pressi dell'UCLA e arrivederci.
L'indomani abbiamo raggiunto dapprima Mojave, una base aerea particolarmente grande, dove trovano "ricovero" molti aerei commerciali temporaneamente dismessi dalle compagnie aeree, in attesa che qualche altra aerolinea li prenda in considerazione. Purtroppo, nonostante i siti internet non dicano nulla a riguardo, da qualche anno non si può più accedere alla piazzola per visitarne gli "ospiti", per cui abbiamo dovuti accontentarci di una visita dall'esterno. Alla richiesta di informazioni "fin dove si può arrivare a vedere", la risposta è stata "voi guidate, quando qualcuno vi dice di fermarvi, vi fermate e tornate indietro". Abbastanza lineare!



Uno dei "cimiteri degli aerei" nel deserto del Mojave
Per quanto un po' delusi dalla cosa, la strada fatta comunque ci ha permesso di "girovagare" per l'omonimo deserto del Mojave, che paesaggisticamente merita di molto. 
Procedendo ancora verso sud, ci siamo avvicinati il più possibile al confine di stato tra USA e Mexico. Abbiamo parcheggiato l'auto in un centro commerciale a San Ysidro e abbiamo passato la frontiera a piedi. La vista di Tijuana dall'autostrada è molto d'effetto. La città sorge su terreno collinare e da lontano si scorge una bandiera messicana enorme, ma veramente grande, che sventola nel mezzo della città. L'accoglienza non è delle migliori, il luogo neppure...non mi aspettavo di più.
Tornati negli USA dopo poco tempo, abbiamo visitato con enorme successo il Dollar Tree, il Tutto-a-1-€ americano e arrivata sera, ci siamo rintanati nel nostro motel a San Ysidro, dopo una cena "tipica" del nostro viaggio.
Ci hanno dato da mangiare in ordine sparso: Mc Donald's, Burger King, Deltaco, Wendy's, Jack in the Box, Chipotle, Panda Express, Domino's Pizza, Taco Bell...lista che aggiornerò man mano che mi vengono in mente eventuali altre prelibatezze...tranquillizzante differenza di peso primo-ultimo giorno: 0 kg.
Panorama di Tijuana al tramonto, fotografata dal tunnel della frontiera Mexico-USA
 Il mattino successivo, finalmente siamo approdati a Mission Beach, una delle spiagge più caratteristiche di tutta la California. Siamo riusciti a parcheggiare con molta fatica, dopo aver girato per mezz'ora, alle 9:30 del mattino. Se fossimo arrivati mezz'ora più tardi, non ce l'avremmo fatta.
La spiaggia tipica californiana di San Diego è molto bella. L'oceano regala ai surfisti delle onde particolarmente generose, e loro non se le lasciano di certo sfuggire. Era in corso una manifestazione locale che interessava tutto il lungomare, che già a quell'ora era abbastanza popolato. Non oso pensare cosa sarebbe successo prima di sera!
Il beach volley va inoltre ancora moltissimo di moda!
Finalmente ho visto con i miei occhi la provenienza di tante mode arrivate in Europa, partite da qui, vedi le Long Bike, le Fat tyre bikes, le Birkenstock e i capelli "Point Break".





Lo stand pubblicizzava il recruitment per diventare sceriffo di San Diego




I bar lungo la spiaggia, alle 10, erano già strapieni di gente. Salute!

Purtroppo il tempo stringeva, e tantissimi altri chilometri ci aspettavano. Dopo una timida domanda da parte di mio fratello "Cambio di programma? rimaniamo qui una settimana?" e una birretta che ha fatto da spuntino, ci siamo tolti dalle balle, ci aspettava una seratina a Las Vegas.

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