Reduce dal personale 10° anniversario della
Fete Blanche di Velden, in cui non sono mancati i richiami da parte dei partecipanti su alcuni accorgimenti decisamente da spazzatura, parlerò oggi di qualcosa che ha a che fare con la moda, senza tantissime pretese, ovviamente sezione scarpe.
Inserirò qualcosa di sensazionalmente inarrivabile per quanto riguarda i motori, cosa che mi provocherà qualche inimicizia, ma non è colpa mia!
Visto che di moda in bianco si è parlato nei giorni scorsi oltre il confine italo-austriaco, mi è stato suggerito da una collega di lavoro di inserire almeno una trafila sul
Mocassino bianco
Che di per sè, con il giusto taglio e il giusto abbigliamento, non sfigurerebbe nemmeno. Fatto sta che nel corso degli anni i soliti stilisti bizzarri altro non fanno che aggiungervi le solite frange, i soliti fiocchetti e le solite applicazioni che li rendono come sempre tanto virili! La collega in questione mi ha raccontato che al primo appuntamento con l'omino del caso, dopo averlo visto arrivare con questi aborti ai piedi, ha deliberatamente deciso, scusate la schiettezza, di non dargliela!
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Magari il giorno della Prima Comunione sì, ma non in pista alla Capannina di Arsego il venerdì sera! |
Proseguendo nella sezione "le tue scarpe per la vita", avendo parlato negli scorsi post di scarpe sportive con il tacco di varie marche, sempre e comunque per par condicio, non potevo tralasciare la marca del fratello dell'Adidas,
le Puma con il tacco
Decisamente meno vistose rispetto alle Nike, molto più sobrie, ma dal design particolarmente patetico.
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Anti-nebbia |
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Gran tacco!! |
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Messe a confronto con il modello maschile senza tacchi |
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Firmate, da usare a bordo di una F.1 |
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Il tacco c'è, ma non si vede! |
Passo quindi alla sezione ciclomotori.
Mi sembra il momento di parlare di qualcosa di serio per quanto riguarda forse il ciclomotore più zarro della storia, almeno di quella recente, semplicemente una pietra miliare intramontabile:
Pensavate di trovarvi subito la foto di quello quasi decente prodotto per ultimo...guardate invece come usciva da Bologna nel 1974. Il Fifty risulta essere una delle maggiori espressioni del ciclomotore italiano, è stato prodotto dal 1974 al 1997 interamente in Italia e ha subito molti restyling. Un passo da gigante, nel 1993, gli ha consentito di farci viaggiare con 4 marce e non più solo 3, sfruttando una liberalizzazione della legislatura italiana. E così con il tempo è passato
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A questo nel '77 |
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A questi colori sgargianti |
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Al modello Black Special |
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Al Fifty Top del 1985, in voga nel lungomare di Sottomarina
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Al Fifty Evo, da guidare rigorosamente con le scarpe da barca a vela e calzino bianco! |
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Ai più moderni Fifty Top e uno... |
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e due... |
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...e tre, Top-di-Gamma |
E arrivati qui, il motorino poteva anche avere qualcosa da dire esteticamente, finalmente le linee erano diventate moderne, i colori vivaci e al passo con i tempi (un quindicenne con questi colori poteva anche fare la sua sporca figura). Qualcosa però girava storto...nessuno resisteva a piazzargli sopra dei motori killer (75cc...80cc...100cc..) e delle inguardabili marmitte che lo facevano diventare una macchina infernale a 150dB!
E ti arrivavano queste cose in giro per le strade:
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Motore 70cc, carburatore, variatore e scarico rifatti
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Cattiveria del "tubone" da vendere! |
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Rigorosamente irraggiungibile! |
E non si può parlare del Fifty se non si parla del suo più agguerrito concorrente, che in scala mondiale forse pure lo batte!
Il Peripoli Oxford
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Motore 80cc, Carburatore 28mm, Marmitta Simonini (Fonte Wikipedia) |
Una fabbrica di Montecchio Maggiore (VI) metteva in circolazione negli anni '80 questo bolide. Cito liberamente quanto riporta testualmente uicchipèdia a riguardo:
"...
Culturalmente, può essere considerato a tutti gli effetti un'espressione di quell'edonismo reaganiano che anche in Italia andava diffondendosi in quel decennio. Infatti, nell'Oxford il piacere di guida è la priorità e gli oxfordisti considerano il proprio tubone ben più di un normale mezzo di trasporto. Anche l'estetica diveniva quindi fondamentale, fu infatti uno dei primi ciclomotori dotato già di serie di determinati particolari estetici a quel tempo curati solo da moto di grossa cilindrata. I cerchi in lega, la Sella Yankee e le colorazioni sportive rendevano l'Oxford particolarmente accattivante, mentre il robusto telaio le forcelle, gli ammortizzatori, gli pneumatici ed il motore a 4 rapporti erano tutti elementi sovradimensionati, in grado di supportare sollecitazioni ben superiori di quelle che offriva all'uscita della fabbrica; da molti giovani ancora considerato uno dei più bei cinquantini in circolazione..."
Uno dei più bei cinquantini in circolazione?? Sì, quando lo parcheggi al Cotton Club di Campagna Lupia la domenica pomeriggio, Sì!
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In disco ci puoi andare così... |
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o così... |
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O anche così... |
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...o infine così! Buona caccia in disco! |
Allora, tutto ok ma da ex-proprietario di Malaguti Fifty (avevo un -per me stupendo- Full Cx rosso), bisogna precisare alcune cosette... Dovresti prima farti una panoramica dei ciclomotori che c'erano in giro in quegli anni prima di giudicare questi dei "cessi". Nei primi anni '70 c'erano il Ciao della Piaggio (un amore di motorino con tanto di telaio rigido, ruotine e pedali da bicicletta), i vari Bravo e Sì (che accennavano un minimo di sospensioni al posteriore) e tutti a monomarcia. Poi c'erano i motorini con le ruotine di piccolo diametro e non mi pare molto altro... Insomma se fai un confronto la gamma Fifty era già avanti rispetto la concorrenza. Poi venne l'Aprilia che iniziò a vendere motociclettone con motori di 50 centimetri cubi e da 40km/h, aggeggi molto belli...Ma costosetti e all'epoca non tutti avevano quattro milioni e passa di lire da poter spendere per un motorino che doveva anche essere pratico (90kg. in città si fanno sentire!). Il Fifty tuttosommato era un mezzo semplice e divertente, polivalente, chi lo truccava per girarci per le piste da cross, chi lo modificava per farlo diventare un bolide da velocità, insomma lasciava lavorare molto la fantasia (e i meccanici). Io non gli feci granché anche perché montava fra i motori più validi che si potetvano trovare (Morini e Minarelli hanno motorizzato moltissime marche a quei tempi ed erano indistruttibili!). Il mio senza tappi al collettore e allo scarico faceva gli 80km/h di tacchimetro... Per un ragazzino era la libertà. Ora cosa è rimasto? Ora cosa c'è? Io vedo tanti giocattoli di plastica dai "colori vivaci" come dici tu, più simili a le navicelle dei luna-park che non a vere moto... Anonimi e molto meno emozionanti con la loro presa diretta. Per capire cosa sto dicendo fatti un giretto in Aprilia Scarabeo e poi uno con un ORRIBILE Fifty, poi mi dici ;°)
RispondiEliminaIn amicizia.
Oh, qualcuno che finalmente si fa avanti! Dunque, caro Eddie: certifico in pieno il fatto che i motori Malaguti fossero avanti anni luce rispetto alla concorrenza, almeno per quanto ne possa sapere un utente del tempo. Non sto infatti parlando delle tecnologie usate per il loro assemblaggio, non ho studiato ingegneria e non sono un amante dei motorini in genere, faccio puramente un confronto tra le prestazioni. Ho avuto per qualche anno una "motorella" Malaguti 50 da Enduro, mi sembra si chiamasse Dune. Era effettivamente anche quella molto pesante, però col motore 50 e forse una modifica alle corone fatta dal precedente proprietario, sfiorava i 90 km/h, non consumava un piffero e ci si divertiva a guidarla, per quanto fosse un mezzo da "bimbetti". Ho guidato il Fifty Top di un mio compagno di classe, opportunamente elaborato, ed era assolutamente una scheggia. E, come dici tu, vista la concorrenza, e visto che chi se lo comprava aveva 14 anni o poco più, anche le linee potevano starci. Ciò che non andava, almeno dalle parti mie, era il metterci PER FORZA le mani, sia dal punto di vista tecnico che da quello estetico, il tutto per fare MONO davanti alle scuole medie (se bocciati) o superiori. Dalle parti mie, inoltre, questi ciclomotori, quando passavano per la strada, svegliavano anche i morti! Puoi fare quel che vuoi quando vai in pista, ma quando sei per la strada, NO! E se ti arriva un secchio di piscia addosso mentre passi davanti alle case facendo un bordello immane, non devi arrabbiarti con chi te lo tira! Purtroppo se ti gasi con i motorini, devi metterci le mani, o come dici tu, viaggi in Scarabeo, e ti addormenti alla guida! E la stessa cosa succedeva con i Ciao e compagnia bella. Al tempo potevi scegliere il Fifty o gli altri concorrenti. Una precisazione a cui penso nessuno possa andare contro (liberissimo di farlo, sono curioso!): parlo dei miei tempi, questi motorini dalle parti mie ce li avevano solo i GREZZI! (o rozzi, o zotici, non so come si chiamassero dalle parti tue) Sarà stata una coincidenza, ma forse no!
RispondiEliminaHo corretto il commento perché digitando avevo tagliato due righe.
Si, è vero c'erano (e ci sono!) quelli che facevano le modifiche impossibili, anche se non erano così tanti. Continueranno anche ad esserci i tamarri che si diletteranno a trasformare il proprio mezzo in un dragster... Ai miei tempi (si, sono "anziano") chi trasformava il proprio mezzo in maniera così radicale di solito o era il figlio del capitano dei vigili o aveva il babbo con un mucchio di soldi!
RispondiEliminaUn minimo di elaborazione cmq sia tutti lo han fatto. Mio padre era molto ligio alla legge ma, tuttavia, persino lui mi ha fatto mettere la quarta marcia (all'epoca illegale perché il minimo per legge doveva essere di tre rapporti) anche per ottimizzare i consumi altrimenti sopra la norma e far andare il mezzo un po' più spedito nelle salite e mi fece mettere una marmitta con espansione, sempre per non fare i 30km/h in strade strette e trafficate. Il risultato inutile dire fu notevole, velocità di punta sui 100km/h e consumi irrisori ovviamente...! Certo faceva un po' di casino (tipo barattoli!) ed era anche piuttosto sgamabile anche a mezzo fermo considerate le dimensioni dell'espansione (era una Malbo Firebird, prodotta sempre dalla Malaguti Bologna), ma credimi sempre meglio che sti frullatori di oggi che non hanno nulla che assomigli al suono di un motore vero. Poi si sa, mostri obrobriosi ne ho visti assai, specie dalla rete...Persino un Fifty versione chopper con forcelle allungate! E qui mi fermo.
Un mio ultimo pensiero va alla Malaguti di Bologna che a fine ottobre chiuderà i battenti, come tante altre fabbriche italiane causa crisi, ma questa purtroppo è un'altra storia...
RispondiEliminapiccolo intervento : ciao, Bravo, SI, boxer, e varie erano e sono estremamente modificabili, sia con kit estetici che con kit meccanici. Dalle mie perti alcuni di questi raggiungevano e superavano i 100 Km/h. Ad ogni modo avete saltato il capisaldo dei 50ntini ... la vespa! All' epoca c'erano special, pk, pk-s, e pk-Xl .. anch'esse estremanente modificabili sia in estetica che nel motore. Provate a cercare i motori V2 montati sulle vespe e vi accorgete di quanto poco tamarri poi possano risultare fifty e varie ;)
RispondiEliminaRingrazio per la segnalazione sulla Vespa, però non vorrei, scusa se sono di parte, offendere uno dei mezzi di trasporto più famosi e invidiati di tutta la storia...farò una ricerca sulle tamarrate che ci venivano montate e poi mi rifarrò vivo!
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