domenica 12 settembre 2010

Ambienti ricreati

Della cultura di un paese fanno sicuramente parte molte cose tra cui, senza che mi dilunghi tanto, la lingua, le tradizioni, le abitudini, le feste. Una delle cose che sicuramente conta di più è la cucina, vero e proprio patrimonio culturale di qualsiasi popolo fin dagli albori della civiltà. Per affermare e sfidare qualcuno ad andar contro a quanto ho scritto non serve di certo studiare 40 anni, ma è sufficiente pensarci, magari aver girato un po': basta prendere la macchina e spostarsi di qualche decina di chilometro per rendersi conto di come cambino le abitudini a tavola - vogliamo parlare della polenta bianca a Treviso e di quella gialla a Rovigo, giusto per fare un esempio?
 Questo sicuramente ha fatto in modo, non solo per la cucina, di portare i popoli a voler imitare le abitudini di altri, fino ad arrivare alla completa, voluta e qualche volta pur riuscita ricreazione di uno specifico ambiente in uno spazio geografico che non è prettamente il suo.
Chiunque di noi ha cenato al "messicano" in Lombardia, o al "giapponese" a Venezia, per fare due esempi giusto per capire di cosa si parla.
Ciò che però non trovo molto coerente, anzi, trovo molto ma molto contradittorio, probabilmente legato al fatto che non mi è di certo simpatico il mondo musicale latino-americano, è il boom che ha avuto in Italia e in Europa, dagli anni '80 ad oggi, una certa fetta di "discepoli" di questo movimento.
Chiunque mi conosce sa quanto io non gradisca certe musiche latineggianti. Il passare svariati mesi in luoghi latino-americani mi ha fatto sicuramente apprezzare tante cose di quel mondo, ma certe cose proprio non le assorbo, ne sono intollerante (merengue e bachata per prime!!) e mi rendo conto che non facciano per me assolutamente. Ho imparato ad apprezzare molto (parlo di ascoltare!) la salsa cubana, la samba, il reggaeton, molti cantautori latini che qui in Italia manco si conoscono, però se dovessi scegliere che musica eliminare dal mondo, sicuramente, prima di musica dodecafonica o di musica per funerali, opterei per la bachata e il merengue. Avrei molti sensi di colpa se lo facessi, perché lascerei al mondo la musica napoletana, Gigi D'Alessio e svariate altre cose che non riesco ad ascoltare, quelle che ti fanno cambiare locale o più semplicemente emittente della radio, però ne sarei fiero.
Tralasciando comunque i gusti musicali che, e che così per sempre rimanga, sono soggettivi (per quanto vorrei chiedere in punto di morte a 100 persone che ballano latino-americano, quante veramente amano questa musica, soprattutto la spazzatura che viene proposta qui in Italia nelle varie mecche dell'ambiente) ciò a cui vuole arrivare questo post è un po' diverso.
Dunque: penso che tutti abbiano presente un locale dove l'offerta musicale presenta anche della musica latino-americana, di solito non sempre meglio specificata o ancora peggio, offerta un po' alla rinfusa (salsa, merengue, bachata tutto insieme). Non tutti però hanno presente la vera origine di questa musica o comunque non conoscono l'ambiente dove nasce e dove viene "coltivata" prima di arrivare a Roma, Milano ecc. ecc. Ciò che io mi chiedo, e spero che qualcuno mi risponda con qualcosa di più profondo di "io vado perché mi piace la musica e i balli sono sensuali, si conosce gente e mi diverto!" è questo:
la musica latino-americana, prendiamo, per fare un esempio puntuale, il merengue, ha origini antiche blà blà blà e oggi si balla in molte zone dell'America Latina, tra cui menziono, giusto perché l'ho vista con i miei occhi molte volte, nella Repubblica Dominicana, per capirci, a Santo Domingo. Dunque: questa nazione, che sorge nell'isola di Hispaniola - quella in cui nel 1492 è approdato un certo Cristoforo Colombo - è una delle più povere dell'America Latina, e dire che è una delle più povere vuol dire molto, viste le concorrenti! Per inquadrare la faccenda, diciamo che l'isola è divisa in due parti non uguali: una è la Rep. Dominicana, l'altra è la sfigatissima Haiti, uno degli stati più poveri del mondo. L'isola gode di un clima che si aggira sui 30° C tutto l'anno, per cui sole, mare, spiaggia ecc. ecc. 12 mesi...Chi balla lì, lo fa veramente col cuore (ovviamente oltre che con il corpo) vestito alla buona (jeans e maglietta con i buchi sotto le ascelle, sandali o a piedi scalzi) in balere approssimative (per i nostri gusti) dove tutti veramente si divertono e, alla fine della serata, o finiscono in spiaggia felicemente accompagnati, o salgono in sella della bici, se ce l'hanno, e tornano a casa. (Non sto ovviamente parlando di quanto succeda nelle oasi di pace chiamate villaggi turistici, che io considero comunque prigioni per turisti a cielo aperto, protette da tutto ciò che realmente succede fuori!)Adesso, quando mi si viene a dire "mi piace la musica latino-americana, la gente, l'ambiente, ho il dubbio che forse non si abbia presente tanto la faccenda di cui si parla...quasi tutti i paesi latino americani fanno parte del secondo-terzo mondo, sono pericolosi e ovviamente, l'arrivo dei turisti non ha fatto altro che peggiorare le cose! Per quanto riguarda lo spopolamento di cui godono i locali latino-americani qui in Italia, tornando al titolo del post, mi chiedo: è veramente perché si ama (per cui, in teoria, si rispetta) la cultura latino-americana, che si va a:
  • ballare in locali lussuosissimi dove l'entrata costa anche 20 € (uno stipendio di un cubano!) e dove "la direzione si riserva il diritto di accesso al locale" (buffoni e cafoni!)
  • ballare con un vestito elegante, costosissimo e da unica uscita, perché la sera successiva non mi vedano ancora quello addosso
  • ballare con la Bmw X5 parcheggiata rigorosamente di fronte all'entrata del locale (quando a Santo Domingo se ti presenti con una Toyota del '82 alimentata a gasolina sei già un gran signore!)
  • ballare in Dicembre, con la neve, a -3° C, i ritmi cubani e il merengue?
o è perché qualcuno ci fa credere che ci piaccia? O è perché è molto comodo come discorso l'imparare 3 passi di bachata a 50€ la mese la sera, dopo lo "stress" di 8 ore in ufficio con il culone incollato sulla poltrona comoda e girevole, l'Adsl che invece che per lavoro è usato per Facebook, dopo lo spritz con le colleghe, da una "grande maestra di musica latino-americana, premiata in tutta Italia", nata in provincia di Padova da una famiglia di borghesuoli con la Mercedes e la villetta a schiera?


manco voglio sapere cosa ballano, come ballano e chi siano...180 € di scarpe lui, un centinaio di euro di pantaloni...lei manco parlarne...non è questo il mondo latino-americano!!